Ritorna, dopo breve assenza puluriennale, il pratico inserto staccabile "Vita nei boschi", imperdibile supplemento di Vita nei campi.
Nel precedente fascicolo i soci dell'impresa deforestativa non amazzonica si sono recati sul posto, all'interno della tenuta del conte di Hum, per far cedere sotto i colpi d''accetta dei vigorosi arcazzi, ormai tramutati in solidi pali da vigna. Come diceva un collega però, se il boscaiolo non va al bosco, ecco che sarà proprio il bosco a venire dal boscaiolo.
Per rispondere a tale esigenza ben due carichi di bosco si sono mossi dalla Slovenia a bordo di un camion fin dal primo mattino per giungere a destinazione già ridotti in ciocchi adatti alla bisogna.
Posate le seghe elettriche, la fatica del boscaiolo si è concretizzata quindi nel trasporto manuale del carico boschivo dal punto di consegna fino al luogo riparato adatto alla conservazione prima dell'utilizzo igneo. Serve comunque perizia e precisione per depositare i tronchetti in cataste ben organizzate che non crollino sotto il peso delle responsabilità.
Occorre qui aprire una parentesi dolorosa, ma pur necessaria, per una società che voglia continuare a reggesti sui saldi valori morali del comunismo agricolo/boschivo. Stiamo parlando del cosiddetto "lavoro minorile", pratica misconosciuta e deprecata oggi ma quantomai utile per un armonioso sviluppo sociale. Cosa c'è di meglio infatti delle piccole mani di un bimbo, ovviamente adeguatamente protetto da guanti Dpi adatti, per creare le cataste, quasi fosse un gioco di ceppoLego di maggiori dimensioni ma altrettanto divertente. Agli adulti boscaioli spetta un ruolo di supervisione certamente più adatto a coloro che devono continuare a garantire la gestione dell'azienda produttiva e del comitato direttivo centrale.
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venerdì 26 ottobre 2012
martedì 8 febbraio 2011
Vita nei boschi
Dopo le meritate (?) vacanze "Vita nei campi" ritorna a voi con un ricco programma di attività propedeutiche alla nuova stagione campestre e con tutti i consigli pratici per la corretta conduzione dell'attività agricola non professionale.
La prima significativa novità è rappresentata dall'inserto staccabile "Vita nei boschi" il periodico supplemento a "Vita nei campi", monograficamente dedicato alla deforestazione non amazzonica.
L'attività boschiva va iniziata nelle prime ore della giornata, possibilmente non dopo una serata di spolvero e dotati di tutta l'attrezzatura tecnica che qui riassiumiamo:
- trattorino multimarcia Forst, dotato di precolica ribaltabile cardanica
- Seghe elettriche di diversa taglia per abbattimento e diramatura; nello specifico una Arnah piccola (newCo nata da uno spin off di Hsquarna) e una Stith grande a catena variabile multipla.
- guanti da lavoro in pelle bovina fioccata
- Ascia grande
- Bottiglie d'acqua (numerose)
- Salame e formaggio di casa (birrette Union)
- Mannaia per diramatura di dettaglio.
Nella fase di trasporto del legname il trattore tecnico risulta fondamentale in quanto allevia lo sforzo fisico necessario nelle altre fasi della lavorazione. Bisogna fare comunque attenzione nelle fasi di carico e scarico in quanto il prodotto potrebbe innavvertitamente colpire un collega di lavoro ferendolo gravemente, oppure cadere sulle estremità inferiori con analogo risultato.
Ecco la fase più delicata ed emozionante: quella dell'abbattimento. E' fondamentale valutare bene prima dove l'arbusto cadrà per evitare brutte sorprese o fratture mandibolari multiple. Altrettanto importante, nel momento topico, è pronunciare la frase del boscaiolo "atenti al pin che cade", non importa se non si tratta di un vero e proprio pino silvestre o marittimo.
Alla fine della giornata quando il sole sorseggia le colline rimane la soddisfazione di aver spostato un bel mucchio di tronchi e rametti senza sapere precisamente a quale fine ma con una serie di dolori articolari e lombari a imperituro monito di una più saggia condotta e di un più parsimonioso utilizzo delle residue capacità fisiche e psichiche.
La prima significativa novità è rappresentata dall'inserto staccabile "Vita nei boschi" il periodico supplemento a "Vita nei campi", monograficamente dedicato alla deforestazione non amazzonica.
L'attività boschiva va iniziata nelle prime ore della giornata, possibilmente non dopo una serata di spolvero e dotati di tutta l'attrezzatura tecnica che qui riassiumiamo:
- trattorino multimarcia Forst, dotato di precolica ribaltabile cardanica
- Seghe elettriche di diversa taglia per abbattimento e diramatura; nello specifico una Arnah piccola (newCo nata da uno spin off di Hsquarna) e una Stith grande a catena variabile multipla.
- guanti da lavoro in pelle bovina fioccata
- Ascia grande
- Bottiglie d'acqua (numerose)
- Salame e formaggio di casa (birrette Union)
- Mannaia per diramatura di dettaglio.
Nella fase di trasporto del legname il trattore tecnico risulta fondamentale in quanto allevia lo sforzo fisico necessario nelle altre fasi della lavorazione. Bisogna fare comunque attenzione nelle fasi di carico e scarico in quanto il prodotto potrebbe innavvertitamente colpire un collega di lavoro ferendolo gravemente, oppure cadere sulle estremità inferiori con analogo risultato.
Ecco la fase più delicata ed emozionante: quella dell'abbattimento. E' fondamentale valutare bene prima dove l'arbusto cadrà per evitare brutte sorprese o fratture mandibolari multiple. Altrettanto importante, nel momento topico, è pronunciare la frase del boscaiolo "atenti al pin che cade", non importa se non si tratta di un vero e proprio pino silvestre o marittimo.
Alla fine della giornata quando il sole sorseggia le colline rimane la soddisfazione di aver spostato un bel mucchio di tronchi e rametti senza sapere precisamente a quale fine ma con una serie di dolori articolari e lombari a imperituro monito di una più saggia condotta e di un più parsimonioso utilizzo delle residue capacità fisiche e psichiche.
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