venerdì 26 ottobre 2012

Lasciate che i boschi vengano a noi

Ritorna, dopo breve assenza puluriennale, il pratico inserto staccabile "Vita nei boschi", imperdibile supplemento di Vita nei campi.
Nel precedente fascicolo i soci dell'impresa deforestativa non amazzonica si sono recati sul posto, all'interno della tenuta del conte di Hum, per far cedere sotto i colpi d''accetta dei vigorosi arcazzi, ormai tramutati in solidi pali da vigna. Come diceva un collega però, se il boscaiolo non va al bosco, ecco che sarà proprio il bosco a venire dal boscaiolo.
Per rispondere a tale esigenza ben due carichi di bosco si sono mossi dalla Slovenia a bordo di un camion fin dal primo mattino per giungere a destinazione già ridotti in ciocchi adatti alla bisogna.
Posate le seghe elettriche, la fatica del boscaiolo si è concretizzata quindi nel trasporto manuale del carico boschivo dal punto di consegna fino al luogo riparato adatto alla conservazione prima dell'utilizzo igneo. Serve comunque perizia e precisione per depositare i tronchetti in cataste ben organizzate che non crollino sotto il peso delle responsabilità.
Occorre qui aprire una parentesi dolorosa, ma pur necessaria, per una società che voglia continuare a reggesti sui saldi valori morali del comunismo agricolo/boschivo. Stiamo parlando del cosiddetto "lavoro minorile", pratica misconosciuta e deprecata oggi ma quantomai utile per un armonioso sviluppo sociale. Cosa c'è di meglio infatti delle piccole mani di un bimbo, ovviamente adeguatamente protetto da guanti Dpi adatti, per creare le cataste, quasi fosse un gioco di ceppoLego di maggiori dimensioni ma altrettanto divertente. Agli adulti boscaioli spetta un ruolo di supervisione certamente più adatto a coloro che devono continuare a garantire la gestione dell'azienda produttiva e del comitato direttivo centrale.