Sotto il sole giaguaro dell'agosto infuocato l'Azienda di produzione agricola ha sfidato indomita la calura per estirpare la mala pianta e per raccogliere il frutto del duro lavoro invernale di sarchiatura, raspamento e innaffiatura.
Nel sottosuolo oscuro la patata è cresciuta virile e cauta in attesa della mano amica che ne cogliesse il frutto.
Ovviamente nulla può essere dato senza il copioso sudore della fronte ed ecco quindi che la manodopera agricola ha messo in campo i propri migliori mezzadri e servi della gleba. Curvi sulla terra cocente o eretti nel portamento fiero dell'agricoltore felice, i partecipanti alla Festa della patata hanno vangato e forcato la dura terra in profondità, fino alla completa emersione dei frutti tuberosi. Bisogna inoltre evidenziare come il famoso verme della patata abbia agito con discrezione solo su alcuni tuberi, lasciando completamente sana l'intera produzione. L'unico neo di una fulgida giornata sono stati i tre fetidi roditori che fino all'ultimo istante della raccolta hanno tentato di occultare le proprie sembianze fra le piante di patate. Solo all'ultimo istante si sono palesati fuggendo a balzi verso il covone e schivando i fendenti di forcone a loro indirizzati. Conclusa la raccolta nelle ore pomeridiane è iniziata una fase altrettanto importante, quella della classificazione e divisione delle patate. All'interno del Cda dell'impresa agricola la dialettica politica e la discussione si sono fatte accese oltremodo, sull'annoso tema delle patate medie. Alcuni compagni che sbagliano sostenevano infatti che i tuberi medi dovessero essere assimilati ai tuberi piccoli oppure alle patate grandi, negando quindi una piena dignità alle patate medie. Per fortuna il comitato politico centrale ha emanato in tutta fretta una circolare esplicativa nella quale viene chiaramente evidenziata la necessità di dare piena visibilità al tubero medio, le cui caratteristiche agricole e culinarie sono senza dubbio originali.
Un ultimo appunto riguarda la quantità complessiva di tuberi raccolti che a una prima stima empirica si aggira fra gli 80 e 150 chilogrammi. Stanti le condizioni ideali di conservazione in luogo asciutto, fresco e soprattutto al buio completo, si tratta di capire se le esigenze medie annuali siano in linea con il raccolto oppure se divenga necessario, in vista della prossima stagione agricola, un aumento dell'appezzamento specificatamente dedicato ai tuberi. Per i prossimi mesi intanto l'appezzamento tuberistico godrà di un periodo di recupero attraverso la nota pratica del sovescio..
Nessun commento:
Posta un commento